E' la prima volta che ci avviciniamo ad un nucleo cometario con strumentazioni ad alta risoluzione ed addirittura la possibilità di far atterrare un piccolo lander sulla superficie per scoprire fino in fondo tutti (o quasi) i segreti di questi oggetti che provengono dall'esterno del Sistema Solare. Ed una volta arrivata, questa è stata la primissima immagine che ci ha mandato.
(© ESA/Rosetta/MPS for OSIRIS Team MPS/UPD/LAM/IAA/SSO/INTA/UPM/DASP/IDA)
Certamente non sembra essere 'bella' come siamo abituati a pensare per quanto riguarda le comete nel nostro cielo, ma questo è il vero volto di uno dei 'mattoni della creazione' del nostro Sistema Solare, e forse, uno dei tanti mattoni che hanno contribuito a portare acqua sul nostro pianeta allo stato primordiale, dando l'inizio a quella che tutti noi chiamiamo vita!
Infatti, il nome della missione, Rosetta, prende proprio spunto dalla famosissima Stele di Rosetta, un ritrovamento archeologico tra i più (se non il più) importante del diciannovesimo secolo, che diede la possibilità concreta di decifrare la scrittura geroglifica egizia! Questa sonda aspira a fare una cosa simile, ovvero riuscire a decifrare molti dei misteri che circondano le prime fasi di vita del Sistema Solare in cui viviamo, per chiarire molti punti oscuri, e avere una comprensione maggiore dello spazio nel quale viviamo.
Un'altra immagine, rielaborata dalla Senior Editor della Planetary Society, Emily Lakdawalla, ci da la possibilità di osservare in 29 scatti, l'avvicinamento definitivo della sonda alla cometa 67P.
(© ESA/Rosetta/MPS for OSIRIS Team MPS/UPD/LAM/IAA/SSO/INTA/UPM/DASP/IDA - Emily Lakdawalla)
Ma questo è solamente 'l'inizio' della missione. Ora la sonda adeguerà alla perfezione la sua orbita al nucleo della cometa, per poi utilizzare i suoi sensori ad alta risoluzione per ottenere una perfetta mappa della superficie. In questo modo si potrà decidere quale sarà il punto migliore per tentare l'atterraggio del lander Philae sul suolo della stessa, evento che avverrà questo Novembre.
Insomma, per citare le parole del direttore generale dell'ESA, Jean-Jacques Dordain: "Stiamo andando in posto che non abbiamo mai raggiunto prima!"
G. Petricca
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