Lightbox Effect

lunedì 30 settembre 2013

Il Sole e la Luna in questa settimana

Eccoci ad un nuovo appuntamento con la rubrica che si interessa, come il titolo può suggerire, di indicare gli orari di alba e tramonto del Sole per le principali città italiane. Stesso discorso viene fatto per la Luna, ma con l’unica differenza di riferire gli orari alla latitudine media della nostra nazione. All’occorrenza, saranno segnalate anche le macchie solari di importanza rilevante, con gli accorgimenti per osservarle (ricordate, MAI osservare il sole direttamente con strumenti ottici!) avendo a disposizione anche e solo un piccolo telescopio.

Orari di alba e tramonto del Sole, riferiti al giorno mediano settimanale, Giovedì 3:

Ancona
sorge alle 07:05
tramonta alle 18:47
Aosta
sorge alle 07:30
tramonta alle 19:12
Bari
sorge alle 06:50
tramonta alle 18:34
Bologna
sorge alle 07:13
tramonta alle 18:55
Cagliari
sorge alle 07:20
tramonta alle 19:06
Campobasso
sorge alle 06:59
tramonta alle 18:42
Firenze
sorge alle 07:13
tramonta alle 18:55
Genova
sorge alle 07:23
tramonta alle 19:04
L’Aquila
sorge alle 07:04
tramonta alle 18:47
Milano
sorge alle 07:22
tramonta alle 19:02
Napoli
sorge alle 07:00
tramonta alle 18:44
Palermo
sorge alle 07:03
tramonta alle 18:49
Perugia
sorge alle 07:08
tramonta alle 18:50
Potenza
sorge alle 06:54
tramonta alle 18:38
Reggio Calabria
sorge alle 06:53
tramonta alle 18:40
Roma
sorge alle 07:07
tramonta alle 18:51
Torino
sorge alle 07:28
tramonta alle 19:09
Trento
sorge alle 07:11
tramonta alle 18:48
Trieste
sorge alle 07:04
tramonta alle 18:44
Venezia
sorge alle 07:09
tramonta alle 18:50

Sulla superficie solare non sono presenti macchie rilevanti.

Per quanto riguarda il nostro satellite naturale invece, abbiamo avuto la fase di Ultimo Quarto il giorno 27 Settembre, alle ore 05:29 e avremo la Luna Nuova il 5 Ottobre, alle ore 02:34. In questa settimana, passeremo da una illuminazione del 26% circa , con il formarsi della caratteristica falce calante, ad una del 3% circa, con una sottilissima porzione illuminata. Avremo quindi ottime serate, meteo permettendo, per l’osservazione degli oggetti di profondo cielo, o deep sky.

Orari di alba e tramonto per la Luna, presi giorno per giorno per le medie latitudini Italiane:

Lunedì 30
sorge alle 02:23
tramonta alle 16:17
Martedì 1
sorge alle 03:08
tramonta alle 16:46
Mercoledì 2
sorge alle 04:22
tramonta alle 17:18
Giovedì 3
sorge alle 05:24
tramonta alle 17:48
Venerdì 4
sorge alle 06:27
tramonta alle 18:19
Sabato 5
sorge alle 07:33
tramonta alle 18:52
Domenica 6
sorge alle 08:40
tramonta alle 19:28
(Nota: +1, se indicato, vuol dire che la Luna sorgerà/tramonterà dopo la mezzanotte del giorno successivo)

G. Petricca

mercoledì 18 settembre 2013

Saturno, Venere... e la Harvest Moon

Questa sera e la prossima (per la Luna Piena)/le prossime (per Saturno e Venere) ci daranno l'occasione di osservare ad occhio nudo una bella congiunzione planetaria e il nostro satellite naturale nella sua fase di massima illuminazione, che rischiarerà come un faro le notti da qui a qualche giorno.

Partiamo dai due pianeti: il secondo e il sesto del Sistema Solare. Il pianeta più caldo (contrariamente a quanto si pensi non è Mercurio) e il signore degli anelli. Nelle scorse serate si sono avvicinati -dalla prospettiva della Terra- pian piano l'uno all'altro e tra ieri, oggi, e domani raggiungeranno la minima distanza della loro congiunzione.

(Vista dell'orizzonte occidentale al tramonto, per oggi 18 Settembre - © Stellarium)

Come potete vedere dall'immagine sopra riportata, i due oggetti celesti saranno facilmente individuabili, in quanto molto vicini tra loro. Entreranno senza problemi, entrambi, nel campo visivo di un semplice binocolo, costituendo una vista sicuramente interessante, e come detto, facile da rintracciare.
Venere avrà una magnitudine di -3.6, l'oggetto più luminoso visibile nel cielo dopo la Luna Piena stessa, mentre Saturno (ormai in allontanamento, sempre dalla prospettiva del nostro pianeta) brillerà con una magnitudine di +0.8, quindi impiegherà un po' più di tempo a rendersi visibile, dopo che il Sole sarà sceso sotto l'orizzonte. La coppia tramonterà intorno alle 20:30, quindi ci sarà tutto il tempo per osservarli, sia oggi che nei prossimi giorni.


Parlando invece della Luna, dal titolo dell'articolo si può vedere che l'ho denominata Harvest Moon. Perchè questo? E' un nome che risale alla tradizione storica degli Indiani d'America, che usavano attribuire nomi alle varie lune piene, in relazione al clima che si aveva nei mesi in cui queste cadevano. Oppure in relazione a momenti tipici della vita di quei popoli, come la caccia, o in questo caso, il raccolto.

Ecco il perchè del nome, Harvest Moon. Viene dal fatto che durante questo periodo del mese si andavano (e si vanno ancora oggi) a raccogliere le messi che i campi hanno prodotto e maturato durante tutti i mesi precedenti. Insomma, andando a stringere è una semplice Luna Piena. Ma se volete, aggiungiamo un po' di folklore e testimonianze di popoli e culture del passato, che sulla Luna basavano tutto il loro vivere. Sembrerà, per un attimo, di essere tornati indietro a quei tempi, che con la tecnologia odierna ci appaiono tanto lontani, seppur non lo siano effettivamente.

G. Petricca

venerdì 13 settembre 2013

Voyager 1 oltre il Sistema Solare!

Ieri è arrivata la conferma dalla NASA: la sonda automatica Voyager 1 ha oltrepassato da circa un anno il confine estremo del nostro Sistema Solare, arrivando nello spazio interstellare! E' il primo oggetto realizzato dall'uomo ad arrivare così lontano, e ad inviare indietro sulla Terra informazioni su quei luoghi, distanti 17 ore luce dal nostro pianeta.

Certo, qui siamo in un blog  che tratta di astronomia, però eventi come questi sono assolutamente doverosi da riportare. Pensate: una sonda lanciata 35 anni fa, votata principalmente all'esplorazione dei primi due giganti gassosi, Giove e Saturno, è ora "arrivata fin dove nessuna sonda è mai arrivata prima" (citando e modificando Star Trek)!
(Immagine del segnale radio della Voyager 1, registrato dal Very Long Baseline Array (VLBA) nel Febbraio 2013)

La sonda è attualmente distante oltre 18 Miliardi di Km dal nostro Sole, e si è rilevato dall'analisi dei dati a disposizione che la Voyager 1 è entrata nello spazio interstellare nell'Agosto 2012, quasi un anno fa. Attualmente la stessa 'corre' alla velocità di 61000 Km/h, in direzione della costellazione dell'Ofiuco, e raggiungerà una stella, denominata AC +79 3888 (17.6 anni luce di distanza), dove arriverà tra circa 40000 anni, passandole a poco più di un anno luce di distanza.

Voyager 1 ci ha permesso di vedere da vicino per la prima volta i pianeti gassosi del Sistema Solare, così come i loro satelliti. Ci ha fatto scoprire i vulcani attivi sul Mediceo Io, intorno a Giove. E la densa atmosfera di Titano, nel sistema di satelliti di Saturno.
(Nella prima immagine Titano, e nella seconda Io, ripresi dalla Voyager 1 - © NASA)

Quindi è stata 'lanciata' grazie alla cosiddetta fionda gravitazionale da Saturno verso lo spazio esterno, dove finalmente è arrivata poco più di un anno fa! Ora davvero possiamo parlare di essere in uno spazio totalmente alieno, fuori dal Sistema Solare. L'unica nota negativa è che il 'carburante nucleare' che alimenta la sonda durerà al massimo fino al 2030, e che dopo questa data la Voyager 1 diventerà un semplice pezzo di metallo vagante nella nostra galassia.

Ma questo pezzo di metallo porta con se, sul dorso esterno, il Voyager Golden Record, un disco d'oro per grammofono, concepito per essere interpretato da qualsiasi forma di vita extraterrestre oppure da esseri umani del futuro. Lo potete vedere nelle foto sotto, che mostrano le due facce:

Sulla prima facciata sono registrati i Suoni della Terra, insieme ai saluti in un certo numero di lingue mondiali, mentre sulla seconda c'è uno schema di come rintracciare la nostra stella utilizzando 14 pulsar, insieme ad indicazioni su come riuscire ad ascoltare il disco in questione. Una specie di messaggio in bottiglia spaziale, indirizzato a chiunque, nella nostra galassia, riuscirà a recuperarlo.

E, in conclusione, questo è il nostro pezzo di metallo! Costruito dall'essere umano con il solo scopo di esplorare e conoscere lo spazio che ci circonda. E scusate se è poco!
G. Petricca

venerdì 6 settembre 2013

Urano e Nettuno, ai confini del Sistema Solare!

Prima parte di un doppio articolo riguardante il come individuare e rintracciare i pianeti ai freddi estremi del nostro Sistema Solare. In particolare, mi sono concentrato sui due giganti gassosi che chiudono la serie (dopo il declassamento di Plutone a pianeta nano nel 2006) dei pianeti 'ufficiali' che ruotano attorno al nostro Sole.

Sto quindi parlando di Urano e Nettuno, i due giganti di ghiaccio, così denominati perchè anche se l'atmosfera del pianeta -sebbene sia simile a quella di Giove e Saturno per la presenza abbondante di idrogeno ed elio- contiene una proporzione elevata di "ghiacci", come l'acqua, l'ammoniaca e il metano, assieme a tracce di idrocarburi. Per chi volesse approfondire c'è questa ben realizzata pagina di Wikipedia (in inglese): http://en.wikipedia.org/wiki/Ice_giant
(Urano visto dalla sonda Voyager 2 nel 1986 - © NASA)

Addentriamoci subito nella 'scoperta' ed individuazione del primo, Urano quindi. E' il settimo pianeta dalla nostra stella, il quarto per massa e il terzo per diametro. Venne scoperto da William Herschel nel 1781, che per primo si accorse che l'oggetto che si stava osservando non era una stella, ma un pianeta. Infatti si possono rintracciare osservazioni visive sino a 100 anni prima circa, ma tutte con classificazione (erronea naturalmente) stellare.

Passando a come osservarlo: Urano si distingue anche ad occhio nudo sotto cieli bui (anche se rimane molto debole) avendo una magnitudine media di +6.0, ed è facilmente individuabile con un semplice binocolo. Ovviamente a patto di sapere dove osservare, ed è questo quello di cui tratteremo qui di seguito.
In questi mesi tardo estivi/inizio autunnali l'osservazione di questi due pianeti è al suo meglio, dato che rimangono alti nel cielo per tutta la durata della notte. A patto che non vi sia la Luna, che può disturbare nettamente e quasi irrimediabilmente la visione di questi due oggetti celesti.


Urano è attualmente nella Costellazione dei Pesci, e ci rimarrà per tutto il resto del 2013. Lo scorso anno è stato in congiunzione stretta con la stella 44 Piscium, rendendolo facilmente identificabile anche in un cercatore ottico di un telescopio, e allo stesso modo per i binocoli. Quest'anno invece si trova un po' più in 'campo aperto', ma per chi  non dispone di cerchi coordinati o GOTO (per i quali, ecco le coordinate celesti del pianeta: AR 00h 42' 54" / DEC +03° 49' 30") qui di seguito ci sono una serie di mappe stellari con i possibili percorsi di Star Hopping per rintracciarlo.

Nella prima immagine qui sopra, possiamo notare la vista d'insieme su tutto l'orizzonte orientale/meridionale. Questa ci serve per capire 'grosso modo' dove si trova Urano intorno all'una e mezza di notte, direttamente sotto la parte più evidente della Costellazione di Pegaso, ovvero il 'quadrato' composto da α (Markab), β (Scheat), γ (Algenib) Pegasi e α Andromedae (Sirrah).

Nella seconda invece ci siamo avvicinati un po', con la Costellazione di Pegaso a dominare la scena, e in rosso e verde due possibili percorsi di iniziale Star Hopping per raggiungere la zona dove poi rintracciare il pianeta (il cerchio azzurro). Partendo dalla Costellazione suddetta si può seguire la linea rossa, mentre con quella verde, che parte dalle due principali stelle dell'Ariete si può arrivare direttamente al pianeta.


Nell'ultima immagine, siamo finalmente ai passaggi finali. Se avete seguito la linea verde, sia con un binocolo che con piccoli telescopi, siete arrivati direttamente al pianeta, passando vicino alla stella ε Piscium. Se invece avete seguito la linea rossa, arriverete alla 'finta doppia' δ Piscium. Da lì troverete facilmente la terza stella lungo la linea azzurra, e da quella trovare Urano sarà molto facile.

Il pianeta è facilmente distinguibile dalle stelle circostanti per la solita caratteristica, ovvero che i pianeti non 'brillano' alla vista. Quindi trovare un punto opaco (anche se piccolo) sarà relativamente semplice. Se avete invece strumentazioni superiori, allora potrete provare ad ingrandire quanto più potete senza perdere troppa definizione, per riuscire ad apprezzare il suo colore azzurro/verde acqua, e il suo disco che anche se non troppo definito ad alti ingrandimenti, che si intuisce facilmente.
In conclusione, inserisco una mia foto realizzata qualche giorno fa, che mostra bene queste caratteristiche sopra elencate.


Alla prossima parte, conclusiva, su Nettuno. Intanto, buone osservazioni a tutti!
G. Petricca

lunedì 2 settembre 2013

Ancora un po' di Sole...con qualche definizione

Prima di iniziare, la raccomandazione classica: Mai osservare la nostra stella tramite strumenti ottici senza prendere precauzioni (filtri, ecc)!! Bastano pochi secondi per causare danni gravi e permanenti alla vista!!

Dati i pomeriggio tersi degli ultimi giorni, ho deciso di fare una nuova osservazione solare due giorni fa, il 31 Agosto scorso. Sulla sua superficie vi erano due gruppi di macchie solari ben evidenti, ed un terzo che invece faticava ad essere apprezzato totalmente, date le sue ristrette dimensioni.
Si utilizza sempre una attrezzatura minima: uno schermo di proiezione homemade con un foglio da disegno bianco su tavoletta, un piccolo rifrattore 60/415 e la mia digitale bridge.

(Qui in Alta Risoluzione: http://www.astrobin.com/54499/0/)

Questo che potete vedere sopra è il primo risultato, dopo una rielaborazione al computer per meglio mettere in evidenza i contorni della stella e le stesse macchie solari. Affinando il fuoco, in visuale, emergono tutte le caratteristiche visibili al mio livello di ingrandimento (20x circa).
Per quanto riguarda la sunspot AR 1836, si nota facilmente la 'spaccatura' presente tra i due principali core (nucleo) della macchia dominante, che è venuta anche nella fotografia. Poca la penombra (la zona filamentosa circostante il core) nelle tre principali macchie solari di questo gruppo, con una ombra (altra definizione di core) dominante.

Diverso discorso per il gruppo di sunspots AR 1835, molto più complesso ed in continua evoluzione in questi ultimi giorni. Penombra molto estesa, a partire dal core principale che si estende a mo di 'comma' interrotta verso la macchia secondaria. L'ombra della prima è molto più marcata di tutte le macchie presenti sul disco a noi visibile.

Individuato anche il gruppo AR 1834, composto principalmente di Pores (aree più scure sulla superficie del Sole, ma non ancora macchie), dei quali solo due o tre erano marcati e visibili con la mia attrezzatura.

(Qui in Alta Risoluzione: http://www.astrobin.com/54499/C/)

Qui di seguito, a conclusione, è stato aggiunta qualche rielaborazione a colori... invertiti. Ho notato che applicando questa tecnica, e di conseguenza vari filtri all'immagine scattata, riusciamo ad evidenziare maggiormente i vari core delle macchie solari presenti sulla fotosfera, che appaiono così in contrasto netto e brillante rispetto alla superficie della stella.

G. Petricca