Lightbox Effect

giovedì 29 agosto 2013

Gli ammassi stellari di Cassiopeia

Seconda parte della serata osservativa del 24 Agosto scorso (la prima, dedicata alle Stelle Variabili, è raggiungibile a questo link). Puramente in visuale e tutta dentro i confini della Costellazione di Cassiopeia, mentre la Luna pian piano sorgeva da dietro le montagne. Ho approfittato quindi per provare il prototipo di paraluce anti-IL (sigla che sta per: Inquinamento Luminoso) per il mio newtoniano realizzato -in fretta e furia- con un tappetino di quelli per esercizi indoor. Insomma, non è così male e la differenza si nota, ma penso che ci siano ampi margini di miglioramento.



Comunque, come da titolo, mi sono dedicato allo 'spulciamento' di tutti gli ammassi che avevo sulla mappa stellare (quella sopra ne contiene solo alcuni) e due stelle doppie: Eta e Sigma Cas.
La prima (http://en.wikipedia.org/wiki/Eta_Cassiopeiae) è facilmente raggiungibile anche con un semplice Star Hopping da Alpha Cassiopeiae, Schedar, ma con lo stazionamento della montatura ci si arriva in 5 secondi, inserendo le coordinate. Ed eccola lì, con una piccolissima separazione già a 100x che diventa evidente a 154x.
Una delle due componenti è una stella simile al nostro Sole, ed è una cosa suggestiva pensare che dalla sua posizione, noi vedremmo in uguale misura la nostra stella! Come guardare il nostro sistema solare da lontano, circa 20 anni luce, stupendo!

Sigma Cassiopeiae invece (http://en.wikipedia.org/wiki/Sigma_Cassiopeiae) è stata un po' più ostica da risolvere nell'oculare da 10mm, e sono serviti ingrandimenti maggiori per distinguere facilmente le due componenti del sistema. Tuttavia, una volta sdoppiata era sicuramente affascinante da osservare, con due stelle giganti azzurre che dominavano il FOV (Field Of View - campo visivo inquadrato) a quegli ingrandimenti.


Visti questi due semplici obiettivi, mi sono dedicato al profondo cielo, e anche con la crescente illuminazione lunare si è rivelato molto soddisfacente.

M103 (http://en.wikipedia.org/wiki/Messier_103) : inconfondibile con le tre stelle che dominano tutto il campo dell'oculare, sia a 40x che a 100x, ed è davvero un piccolo scrigno pieno di stelle, molto affascinante! E anche facile da trovare partendo dalla vicina stella Delta Cassiopeiae (Ruchbah). Osservabile anche con binocoli.


NGC 7789 (http://en.wikipedia.org/wiki/NGC_7789) : molto molto suggestivo, quasi sembra un ammasso globulare anche essendo aperto, per quanto sono compatte e ravvicinate le stelle che lo compongono. Non a caso è chiamato anche 'The White Rose Cluster', oppure 'Caroline's Rose', perchè il suo aspetto è davvero quello delle involuzioni dei petali di una rosa, visto a bassi ingrandimenti.

NGC 225 (http://en.wikipedia.org/wiki/NGC_225): interessante ammasso aperto da osservare, con le sue stelle più luminose che lo rendono arcuato ad un estremo, e lo rendono anche facilissimo da riconoscere, anche a medi ingrandimenti (100x). Anche questo facilmente rintracciabile ed osservabile con binocoli.


La tripletta NGC 659/663/654 (che questa immagine rappresenta a dovere) sono molto gradevoli all'osservazione, dato il loro essere ravvicinati sulla stessa coordinata (approssimativamente) di AR, e che quindi fa si che trovato uno, si trovino facilmente tutti gli altri. Molto belli anche questi, che si apprezzavano però meglio con l'oculare da 10mm in visione distolta, una volta abituato l'occhio.


NGC 457 (Ammasso del Gufo - http://en.wikipedia.org/wiki/NGC_457): in assoluto uno degli ammassi aperti più belli e affascinanti che io abbia mai visto!! Fantastico a dir poco!! Vederlo nell'oculare da 10mm, influenzato dalla luce lunare, sicuramente ne ha peggiorato le caratteristiche, quindi mi riservo di osservarlo appena Cassiopeia salirà un po' di elevazione e avremo notti senza Luna. Comunque, si notano benissimo le due ali dispiegarsi dal corpo centrale, e i suoi due 'occhi' presi dalle stelle più luminose  Se non l'avete mai osservato, lo consiglio a tutti, 110%! Un discreto oggetto binoculare, sotto cieli bui.

Metto tutti insieme gli altri presenti in questa costellazione, dato che erano sicuramente belli, ma nessuno con un qualcosa di particolare da descrivere o che mi abbia colpito nello specifico. Tuttavia, se volete passare una serata ad ammassi aperti, Cassiopeia fa al caso vostro!
NGC 7790, 129, 136, 381, 436, 637, 559, M52. Non tutti hanno una pagina di wikipedia, quindi vi consiglio di ricercarli per google immagini, almeno li potrete ben vedere.

Per concludere la serata, visto che la Luna stava ormai sorgendo, mi sono buttato su oggetti evidenti. Ad esempio M31 (Galassia di Andromeda - http://en.wikipedia.org/wiki/Andromeda_Galaxy) che era totalmente immersa nell'IL lunare. Tuttavia, con il classico Star Hopping al cercatore ottico da Mirach la si raggiunge senza problemi, ed è stato molto divertente osservare quella che in notti buie è una cosa maestosa, ridursi ad un piccolo batuffoletto che mostrava solo il nucleo della stessa

E poi, prima di dedicarci alla Luna per qualche foto d'insieme di questa fase, eccomi ritornare per la prima volta dell'anno (in una buona osservazione) ad NGC 884 & NGC 869 (Doppio Cluster nel Perseo - http://en.wikipedia.org/wiki/Double_Cluster), e me li sono letteralmente mangiati a 154x con la mano sempre sulla manopola di AR per continuare a seguirli. Che dire, non importa quante volte li si veda, sono sempre mozzafiato!!
Una 'gioielleria' in pieno cielo, per quando appare sfavillante!

G. Petricca
(N.B. Tutte le immagini nell'articolo sono di proprietà dei rispettivi autori.)

lunedì 26 agosto 2013

Nettuno all'opposizione 2013

Anche per quest'anno siamo arrivati all'opposizione con il pianeta Nettuno. L'ottavo in ordine di lontananza, il quarto per dimensioni ed il terzo per massa del nostro Sistema Solare. Massiccio 17 volte il nostro 'piccolo' pianeta e il più denso tra i giganti gassosi, Nettuno è un obiettivo sfuggente nel cielo notturno, dato che non è mai visibile ad occhio nudo, neanche sotto i cieli più bui.
Nettuno e Tritone visti dalla sonda Voyager 2 nel 1989. © NASA

La sua opposizione per l'anno in corso si verificherà alle ore 03:29 del 27 Agosto, durante questa notte quindi, con il pianeta che si trova ancora nella costellazione dell'Acquario, dove rimarrà per tutto il 2013. Il pianeta avrà una magnitudine di +7.8, avrà un diametro angolare di 2.4 arcosecondi, e sarà ad una distanza dalla Terra di 'sole' 28973 Unità Astronomiche (1 UA = distanza Terra-Sole = 150 Milioni di Km). Poco più avanti nell'articolo illustrerò il modo di rintracciarlo nel cielo notturno.

Riprendendo quindi il titolo, questa sarà l'opposizione più vicina da oltre un secolo, dai primi anni del 1900. Tuttavia rimane puramente una curiosità statistica e numerica, che ha, se volete, solo un fondo di 'romanticismo'.
Ma a mio parere, anche il 'romanticismo' può aiutare nell'osservazione, dato che con poche parole o con pochi fatti si può aggiungere un certo je ne sais quoi, rendendo un singolo puntino luminoso in maniera molto più accattivante, se ovviamente l'osservatore ne sentisse il bisogno.
Ma perchè ho scritto che il tutto è una curiosità? Il motivo è da ricercarsi nel valore dell'eccentricità orbitale del pianeta, che è molto ridotto (e=0,009), quindi la differenza di diametro angolare tra opposizioni al perielio e all'afelio è praticamente quasi impercettibile.

Nonostante questo, Nettuno sarà ben visibile, ovviamente sapendo dove osservare, con strumentazioni che partono dai semplici binocoli in su. Qui di seguito ecco quindi tre carte stellari per rintracciare la zona di osservazione. Per chi ha invece a disposizione strumenti con cerchi coordinati manuali, o GOTO, ecco direttamente le coordinate stellari per l'orario dell'opposizione:
AR 22h 23' 41", Dec -10° 45' 47".

Come rintracciare Nettuno, vista a largo campo - © Stellarium

Come rintracciare Nettuno, ingrandimento sulla Costellazione dell''Acquario - © Stellarium

Come rintracciare Nettuno, due possibili percorsi di Star Hopping dalla stella Theta Aquarii - © Stellarium

In questo modo, sia che ci arriviate con le coordinate fornite, che con le mappe stellari e lo Star Hopping (il 'saltare di stella in stella', non dovreste incontrare problemi nell'individuare l'ultimo gigante gassoso del Sistema Solare.
Quindi, non mi resta che augurare buona ricerca, e buone osservazioni!

E ricordate, data la distanza di Nettuno e la velocità che la luce ha nel vuoto (ca. 300000 Km/s), quando lo osserverete starete guardando il pianeta come era 4 ore fa! Perchè questo è il tempo che la sua immagine impiega ad arrivare fino a noi!
Guardare il cielo equivale sempre a guardare il passato!

G. Petricca - www.astronomia.com

domenica 25 agosto 2013

Due stelle... variabili

Nuova serata osservativa ieri sera, approfittando del fatto che dopo le 22 il cielo si era completamente rasserenato. Telescopio portato fuori qualche ora prima, per permettere l'acclimatamento delle ottiche (un passaggio essenziale per evitare di avere immagini turbolente o disturbate), e poi via con le osservazioni, che ho dedicato, nella prima parte, a quello che tratterà questo articolo, ovvero le Stelle Variabili.

Di cosa parliamo, nello specifico? Le Stelle Variabili, per definizione, sono stelle la cui luminosità apparente cambia nel tempo. Ovviamente direte, altrimenti non si chiamerebbero così. In particolare, scientificamente, si cerca di studiare il meccanismo che causa questa variazione di luminosità. Si tratta di una stella doppia, e quindi la compagna, passando davanti alla primaria, ne scherma parte della luce? Oppure è perchè sulla sua superficie avvengono dei flares (come nel caso del nostro Sole)? Oppure perchè 'pulsano', gonfiandosi e sgonfiandosi proprio come un palloncino, a causa di ragioni interne all'astro?

Insomma, di tipologie ve ne sono moltissime (per chi volesse approfondire, questa pagina di Wikipedia le tratta tutte in modo facile da comprendere http://it.wikipedia.org/wiki/Stella_variabile), e arriviamo al nocciolo della questione. Cosa possono fare gli astrofili amatoriali?



La risposta sta nel banner sopra, ovvero l'organo dell'AAVSO (American Association for Variable Star Observers), che si occupa di informare, raccoglie, gestire e mettere a disposizione tutti i dati a nostra conoscenza su tutte le stelle variabili note. Si può avere anche un semplice binocolo per partecipare attivamente, e ovviamente, non ci sono costi, è pura voglia e passione!

Quindi, dopo questa necessaria introduzione, torniamo alla mia osservazione di ieri. Una volta stazionata la montatura, per permettere l'utilizzo delle mappe stellari, si è iniziato direttamente puntando la prima delle due variabili osservate ieri sera:
R CYG (http://www.aavso.org/vsots_rcyg), che è facilmente rintracciabile nell'ala sinistra della Costellazione del Cigno.
Una volta arrivato in zona grazie alle coordinate delle mappe, le carte stellari dedicate dell'AAVSO (che sono reperibili tramite lo stesso sito) sono state sicuramente d'aiuto, e si è riusciti ad individuare subito la 'doppia' centrale di riferimento per questa stella variabile di classe Mira Ceti (http://it.wikipedia.org/wiki/Mira_(astronomia)). Grazie alla bassa elevazione della Luna e al fatto che si stava praticamente osservando allo zenit, direttamente sopra la mia testa, le stelle di comparazione erano facilmente visibili e chiare, e quindi ho stimato la sua magnitudine in un valore di +7.3. Ecco la carta relativa alla mia osservazione:

Curva di luce per la stella R CYG, in un periodo di 500 giorni. Appare evidente il suo periodo tra un picco luminoso e l'altro.
La mia osservazione è identificata dalla croce blu.

Osservata questa, scendiamo un po' di Declinazione (una delle due coordinate celesti più utilizzate, insieme all'Ascensione Retta) per arrivare ad una nuova e buona osservazione della NOVA DEL 2013. E' passata circa una settimana dalla mia prima osservazione di questa stella, ed effettivamente la magnitudine è cambiata, e nell'oculare del telescopio si nota nettamente.

Anche qui le carte dettagliate dell'AAVSO di certo non si smentiscono, e nel giro di pochi minuti, ecco individuata la Nova. Arrivo a stimare anche questa, dopo qualche minuto speso a confrontarla con le stelle vicine di riferimento, con una magnitudine di +6.0 (quando solo la settimana scorsa l'avevo stimata di magnitudine +4.8). E di nuovo, ecco la carta dove si nota benissimo il picco di luminosità nella sua esplosione, e la relativa diminuzione in questi ultimi giorni:
Curva di luce per la stella NOVA DEL 2013, dal 14 Agosto, giorno della scoperta, ad oggi.
La mia osservazione è identificata dalla croce blu.

C'è un interessante articolo sul sito dell'AAVSO sul possibile futuro di questa Nova, lo allego lo stesso anche se è completamente in Inglese: http://www.aavso.org/whats-store-nova-del-2013-0 Ma è sicuramente interessante per documentarsi maggiormente al riguardo.

In conclusione su questa stella, anche se ormai è di sesta magnitudine, è ancora nettamente visibile sia con binocoli che con telescopi, mentre ormai si avvicina  sempre più alla soglia di visibilità ad occhio nudo sotto cieli bui. Ne ho parlato, in riferimento a come individuarla e a quale fenomeno parliamo, in questo articolo precedente.

Questo porta a termine la prima parte della mia osservazione della serata, che si è poi concentrata sugli ammassi aperti della Costellazione di Cassiopea, ma ne parlerò in un altro articolo dedicato.
So che questo è un argomento un po' più tecnico, e interessante forse per astrofili non neofiti, ma mi piace pensare che non sia così, e spero di essere riuscito a trattare lo stesso in modo semplice ed accattivante.
G. Petricca

venerdì 23 agosto 2013

Una luna 'quasi' piena, al 95%

La giornata di ieri è stata decisamente nuvolosa nel pomeriggio e durante la sera/prime ore della notte. Ma, un gustoso ma, arrivati all'una e mezza di notte le nuvole avevano lasciato spazio ad una splendida Luna! Probabilmente direte che le 'persone normali' dormono a quell'ora, e non potrei essere più d'accordo, ma la tentazione di realizzare qualche scatto era troppo forte, e quindi eccomi all'opera, dietro all'obiettivo della mia fotocamera digitale.

Partiamo direttamente da quel che potevamo vedere attraverso un telescopio con pochi ingrandimenti (trovate la foto in HiRes qui: http://www.astrobin.com/53402) in questo mosaico di tre scatti uniti, equilibrati ed elaborati via software, di tutta la superficie lunare visibile in questa fase (95%). Bellissimi i dettagli al terminatore, come lo scuro cratere Endymion nel nord, poi il terzetto Messala, Buckhardt e Cleomedes sopra l'evidente Mare Crisium. E per finire un quartetto, che domina tutta la scena: Langrenus, Vendelinius, Petavius e Furnerius.

Già vista in questo modo, la Luna appare molto suggestiva, ma visto che ce n'è la possibilità, ingrandiamo un po' di più sul secondo quartetto. Qui la qualità fotografica, discreta nella prima immagine, scende notevolmente, in quando fotografiamo in proiezione d'oculare (ovvero frapponendo tra gli specchi del telescopio e la fotocamera un'oculare appunto). 
(Immagine in HiRes qui: http://www.astrobin.com/53396)

Come soddisfazione personale, solo la zona intorno al cratere Petavius (quello con la Rima -un crepaccio- interna che lo taglia a mo' di raggio) rimane abbastanza a fuoco e definita nei dettagli (togliamo proprio il primo in alto, Langrenus, che è venuto sfuocato), anche minori, come la coppia di crateri gemelli Snellius e Stevinus, poco a sud dello stesso.

Non soddisfatto di questo risultato, ho osato un po' di più, zoomando sul cratere Petavius, che è sicuramente la feature più bella da osservare visivamente e da tentare di riprendere in questa fase lunare. Il complesso picco centrale, la Rima evidente al suo interno e i suoi dintorni lo rendono un obiettivo sicuramente appetitoso! Ed ecco la foto risultante:


La foto (HiRes: http://www.astrobin.com/53362/C/) è molto rumorosa, a causa dell'elaborazione via software, ma possiamo facilmente riconoscere tutte le caratteristiche principali del cratere (il complesso montuoso centrale e le sue ombre, e la Rimae Petavius interna, che qui si nota benissimo!) e della zona circostante, che sono nettamente evidenti.
Una breve descrizione: giusto dietro Petavius troviamo l'oblungo Palitzsch, mentre sul fronte vi è il piccolo Wrottesley. Sulla destra troviamo la coppia nota di crateri 'gemelli' Snellius e Stevinus. Nell'immagine è presente anche una delle due valli più lunghe della superficie del nostro satellite naturale, la Vallis Snellius (l'altra è la Vallis Rheita), che taglia in verticale ed in modo evidente tutta la porzione destra della fotografia.

Come detto, valeva la pena di fare oltre le due di notte, per catturare tutto questo in fotografia.
Spero che questo piccolo viaggio in una piccola zona della superficie Lunare sia piaciuto, insieme alle foto e alla descrizione dello stesso, che spera di trasmettere quel che ho provato io nell'osservarla.
G. Petricca

mercoledì 21 agosto 2013

Tra oggi e domani due luminosi passaggi della ISS

Negli ultimi anni forse vi è capitato di osservare il cielo e di vedere un punto luminoso, a volte anche più delle stelle, attraversarlo da parte a parte. Ebbene, quella era la Stazione Spaziale Internazionale (ISS - International Space Station), l'enorme laboratorio di ricerca scientifica in orbita attorno al nostro pianeta. Date le sue dimensioni, e la sua relativa prossimità alla superficie terrestre ('solo' 400Km di altezza) alcune volte attraversa i nostri cieli con una luminosità prettamente elevata. E in queste due sere avremo da che vedere.

Per chi non sapesse di cosa stiamo parlando, un piccolo riassunto. La ISS e è una struttura grande quanto un campo di calcio e pesante oltre 400 tonnellate, che orbita intorno ala Terra in circa un'ora e mezza. E' stata costruita assemblando vari moduli prodotti da varie nazioni mondiali, come il Giappone, gli USA e la Russia, ma ce ne sono molti costruiti anche a casa nostra, in Italia.
Il tutto per ottenere un laboratorio che probabilmente verrà utilizzato fino al 2025 (o anche qualche anno oltre) e che ha già portato a termine molti studi e scoperte scientifiche sia in ambito medico che in quello tecnologico, grazie all'assenza di gravità presente nello spazio.

Venendo all'argomento dell'articolo, solitamente i suoi passaggi nel cielo notturno sono numerosi e visibili ad un occhio attento, e pochi sono davvero luminosi come quelli di stasera e domani sera. Per fare un termine di paragone, al picco di luminosità sarà quasi al livello di quella attuale del pianeta Venere, che è visibile dopo il tramonto da qualche tempo. Ovviamente ad occhio nudo non sarà possibile vedere i distinti componenti della Stazione Spaziale, ma si vedrà un punto ben luminoso attraversare quasi tutta la volta celeste!

Ecco le mappe del passaggio di stasera, 21 Agosto:

 

E i dati relativi: la magnitudine massima raggiunta sarà di -3.4 (ricordo che più si va sul segno negativo e più un oggetto è luminoso nel cielo) alle 21:39, il passaggio inizierà alle 21:34 guardando verso Nord Ovest, e terminerà alle 21:40 quando la ISS sparirà nel cono d'ombra della Terra. Per il Nord Italia sottraete qualche minuto a questi, mentre questa volta il Sud non riuscirà a vederla dato che sarà già in ombra (porzione tratteggiata della linea nera qui sopra).

Migliore visibilità per tutta la penisola (regioni in pole quelle del Nord e lato Adriatico) si avrà invece nella giornata di domani, 22 Agosto, con questi dati di osservazione. Magnitudine massima raggiunta sarà di -3.3 alle 20:51, il passaggio inizierà alle 20:45 guardando sempre a NW, e terminerà alle 20:53 con la Stazione bassa sull'orizzonte. Per il Nord Italia sottraete qualche minuto a questi, e per il Sud aggiungetene qualcuno.

 

Praticamente tutta la penisola, cieli sereni permettendo, potrà godere di un'ottima vista data la proiezione dell'orbita sul suolo terrestre mostrata nella seconda immagine sopra. Per chi volesse invece ottenere tempi e posizioni precise, può consultare il sito da dove sono state tratte le immagini, ovvero www.heavens-above.com dove vi basterà indicare le coordinate della vostra posizione o la vostra città per avere a disposizione dati più precisi.

Buona osservazione a tutti!
G. Petricca

domenica 18 agosto 2013

Nova Delphini 2013

Come annunciato nel precedente articolo di un paio di giorni fa, è stata rilevata e confermata dagli organi astronomici internazionali, una nuova Nova nella Costellazione del Delfino. Nello scorso articolo avevo anche parlato, erroneamente, di Supernova (fenomeno che sviluppa nel complesso molta più energia rispetto ai fenomeni che possiamo osservare adesso, e che ha anche una timeline completamente differente).

Qui invece siamo al cospetto di una Nova appunto, ovvero di una enorme esplosione nucleare (ma anche "enorme" è riduttiva come parola al riguardo) che avviene in una stella della tipologia delle Nane Bianche, causata dall'accumulo sulla superficie della stella di idrogeno. Quando viene raggiunto il punto limite, dove la pressione e la temperatura sono al giusto livello, si attiva la reazione di fusione nucleare, che, in visuale, corrisponde all'improvvisa illuminazione della stella. E quindi, avviene quello che possiamo vedere nell'animazione sottostante, riferita alla Nova Delphini 2013:
(©  2013 Koichi Itagaki)

Personalmente, mi sono cimentato nella sua individuazione ed osservazione due sere fa, ma non avendo a disposizione una strumentazione professionale (un sistema automatico di puntamento, o simile) ce la siamo sbrigata alla vecchia maniera, con mappe stellari e puntatore ottico.
Ma per osservarla basta anche un semplicissimo binocolo (diciamo un 10x50 o simile) e la carta stellare qui sotto, non vi servirà altro. Se non sapete come individuare il Delfino, quest'altra carta fa al caso vostro.

Per fortuna, anche se la zona sembrava priva di riferimenti, poteva essere raggiunta facilmente con semplici passaggi di Star Hopping, sia dalla Costellazione del Delfino, sia da quella vicina della Sagitta. La mappa sotto lo conferma senza problemi:
(Nova Coords: RA 20 h 23′ 31″, Dec. +20 deg. 46′. Creata  con Chris Marriott’s SkyMap)

Una volta individuata la zona, il resto è stato semplice grazie alle mappe dell'AAVSO (American Association of Variable Stars Observers). Difatti, appena trovata la stella 'finta doppia' poco più in alto, ecco poco lì accanto nell'oculare da 25mm (40x) la stella che fino a pochi giorni prima era di una magnitudine di +17 circa, mentre ora, la mia stima utilizzando gli astri di riferimento si era attestata intorno alla magnitudine +4.8. Questa è la curva delle osservazioni effettuate dalla scoperta fino ad oggi, la mia è quella centrata dalla piccola croce blu.
Ma arriviamo al top della serata, ovvero la fotografia della Nova stessa, che gli esperti hanno inserito nella Top 30 delle più luminose mai osservate! Sono riuscito a centrarla semplicemente con la mia sempicompatta bridge, e questo è stato il risultato dopo l'elaborazione software alla quale la foto è stata sottoposta:
(Potete trovarla in HiRes a questo indirizzo: http://www.astrobin.com/52463/B/)

In questa schermata rielaborata con i nomi delle costellazioni principali visibili nella stessa (e anche un oggetto di profondo cielo facilmente riconoscibile) insieme alla nostra piccola stella che non era lì visibile solamente qualche giorno prima, quando scattando alcune foto per tentare di catturare una Perseide, ho ripreso la stessa zona. Potete effettuare una facile comparazione qui sotto:
Certo, non è un qualche superfenomeno assurdo o dal display molto appariscente, in fondo di aspetto sembra proprio una stella come tante altre. Ma è proprio il fatto che, quella stella particolare, solo due giorni prima, non era cosi visibile, anzi, per il nostro semplice occhio era come se non esistesse affatto! Ed è questa la cosa affascinante ed emozionante allo stesso tempo!

G. Petricca

venerdì 16 agosto 2013

Osservare il Sole - 16/08/13

Osservare il Sole con pochi strumenti, sembra un qualcosa di difficile, ma si può fare ;) Prima però devo ricordare una cosa davvero importante: Mai osservare la nostra stella tramite strumenti ottici (che siano binocoli o telescopi è lo stesso) senza prendere precauzioni (filtri, ecc)!! Bastano pochi secondi per causare danni gravi e permanenti alla vista!!

So che si sente dire da sempre, ma è un dovere ricordarlo, dato che le conseguenze possono essere molto gravi come ovviamente indesiderate.
Diciamo che l'attrezzatura minima necessaria è un piccolo rifrattore (anche di quelli comprati alle uscite in edicola) e uno schermo sul quale proiettare l'immagine della nostra stella. Il primo ovviamente è obbligatorio, mentre per il secondo ci si può attrezzare anche 'in casa': basta trovare un foglio da disegno, di quelli che si usano al liceo, e una superficie rigida sul quale appoggiarlo (se avete un secondo cavalletto, ancora meglio, come potete vedere dalla foto della mia attrezzatura).

Quindi si dovrà necessariamente perdere un po' di tempo a trovare il Sole 'alla cieca', dato che non possiamo guardare nel mirino per centrarlo. Ma ci si riesce facilmente anche in 5 minuti, se siete alla prima volta allora datevene 10 o qualcuno in più.
Il gioco è praticamente fatto, ora appena metterete a fuoco potrete vedere tutta la miriade di dettagli che le macchie solari ci offrono quando sono presenti sulla superficie della stella!

Ovviamente prima meglio premunirsi e controllare che ci siano effettivamente delle macchie solari da osservare, e si può fare facilmente dalla barra laterale sinistra di questo sito:
dove possiamo osservare, giorno per giorno, quali e quante macchie sono sulla superficie.
Non avendo nessun filtro a disposizione (se ne avete riuscirete a vedere molte più cose naturalmente) potremo osservare solamente la struttura visibile delle sunspots, ma è già molto.

E, se riuscirete a scattare una foto alla proiezione, questo è quel che potrete vedere. Nella prima immagine abbiamo il disco completo della nostra stella (full disk) e nella seconda un close-up alla AR 1818, che aveva i dettagli più belli da osservare.

(Qui le troverete in Alta Risoluzione: http://www.astrobin.com/52369/B/)

Della macchia solare AR 1818 in particolare, che era quella che si riusciva a mettere meglio a fuoco, era netta la differenza tra il core più scuro e le varie diramazioni che si estendono fino alla fotosfera, in un dettaglio abbastanza apprezzabile. Di alcune riuscivo a vedere i singoli filamenti dipanarsi dal centro fino all'esterno della macchia, per quanto era nitida l'immagine.

Inoltre, si poteva ben osservare la diramazione che da questa si estendeva verso ovest lungo la superficie solare. Ben visibile anche la sua 'compagna' di superficie AR 1817, più piccola e difficile da risolvere nei dettagli, ma comunque interessante da vedere. Anche le fotografie ci aiutano, dalla seconda infatti, emergono addirittura (cosa che non mi aspettavo) dopo la postproduzione, anche alcuni filamenti, e si distingue benissimo la differenza tra core (umbra) e la penumbra poco più esterna. Ci sono in entrambe dei piccoli ingrandimenti, che però non rendono molta giustizia, dato che sono quasi migliori le foto a grandezza naturale.

Insomma, come potete ben vedere, riusciamo ad apprezzare dettagli interessanti anche con un'attrezzatura minima e semplice. E anche se l'astronomia è più notturna che diurna, il nostro Sole sa dare un buono spettacolo.

G. Petricca

giovedì 15 agosto 2013

Individuata una Nova nel Delfino

La notizia è fresca fresca da ieri sera, con il primo avvistamento ad opera di Koichi Itagaki, dalla città di Yamagata, Giappone, e la conferma via CBAT -Central Bureau for Astronomical Telegrams- (di cui potete leggere il messaggio originale poco più in basso, insieme ad una foto dello stesso Itagaki). Sto ovviamente parlando, come da titolo, di una supernova esplosa nella piccola Costellazione del Delfino (Delphinus) e che subito si è presentata di magnitudine rilevante, arrivando intorno alla soglia minima avvistabile ad occhio nudo sotto cieli sereni e bui.
2013 08 14.584 
Discovered by Koichi Itagaki, Yamagata, Japan, using 0.18-m reflector + unfiltered CCD. This Nova was confirmed on the frames taken on August 14.750 UT using 0.60-m f/5.7 reflector + unfiltered CCD after discovery. Then CCD magnitude is 6.3. Also nothing is visible at this location on his past frames (limiting mag.= 13.0) taken on 2013 August 13.565 UT.

Le sue coordinate sono RA 20h 23m 30.7s, Dec +20° 46' 03", e anche se sembra 'persa' in una zona povera di riferimenti, possiamo arrivarci facilmente grazie ad un classico Star Hopping, dalle vicine costellazioni del Delphinus appunto e della Sagitta, che sembra proprio puntare ad essa con precisione, come si può vedere giusto qui sotto. Nelle tre mappe allegate, realizzate grazie al sw Stellarium, mostro la zona nella quale ricercarla, per vari livelli di ingrandimento.




Come si può ben vedere dall'ultima, questa è vicina alla Nebulosa Planetaria NGC 6905 o Blue Flame Nebula, oggetto che potrà essere di ulteriore aiuto nell'individuazione della zona di ricerca, anche se molto debole (mag. +12).
Comunque, la sua magnitudine attuale consente, sotto cieli tersi, l'osservazione diretta con un semplice binocolo anche da ambienti suburbani non eccessivamente inquinati dalle luci cittadine. Tuttavia, dato che la scoperta è di ieri, probabilmente avremo una illuminazione aggiuntiva, che forse la renderà ancora più luminosa di quanto non sia attualmente.
Ovviamente, chi ha a disposizione strumentazioni superiori, come telescopi dotati di GOTO o semplicemente di cerchi coordinati, potrà individuarla più facilmente, utilizzando le coordinate sopra riportate.

Concludo con una splendida immagine di confronto, realizzata da Rolando Ligustri e postata su SpaceWeather.com. Davvero evidente, anche nei colori!

Che dire, buone osservazioni a tutti!
G. Petricca