Ma perchè parliamo di costellazione scomparsa? Il radiante, ovvero la zona dalla quale sembrano dipanarsi tutte le scie delle meteore, apparteneva ad una costellazione creata dall'astronomo francese Jérôme Lalande, nel 1795: il Quadrante Murale (Quadrans Muralis).
Attualmente questa costellazione è stata abbandonata, e si trova tra l'Orsa Maggiore, l'Aquilone e il Drago. Potete vedere il suo aspetto nell'immagine qui sopra, presa dall'Uranographia di Johann Bode. Ma, cos'è un quadrante murale? L'Enciclopedia Italiana Treccani ci viene in aiuto, dandoci questa definizione, che consiglio di leggere nella sua totale estensione:
"Strumento adoperato dagli antichi per misurare l'altezza degli astri. Un quadrante di cerchio, con due raggi, l'uno orizzontale e l'altro verticale, era fisso a una parete pure verticale e situata nel piano meridiano; su esso si leggevano le altezze degli astri nell'istante nel quale passavano per il meridiano e per conseguenza si avevano le loro declinazioni, nota la latitudine del luogo. I quadranti murali servivano pure alla determinazione dell'istante del passaggio degli astri al meridiano e quindi alla determinazione della loro ascensione retta, noto il tempo sidereo locale. Tale strumento fu noto già agli Arabi; in Europa venne per la prima volta costruito intorno al 1587 da Ticone in Uranienburg. [...] Il quadrante di Ticone permetteva di leggere i 10″. Dopo Galileo la collimazione agli astri si ottenne con cannocchiale provvisto di reticolo. In seguito l'uso del quadrante murale venne limitato alla sola misura delle altezze, giacché per quelle degl'istanti dei passaggi al meridiano erano meglio convenienti gli strumenti dei passaggi, di più facile rettifica. I quadranti murali vennero poi completamente sostituiti dagli strumenti con cerchi completi (cerchi murali e cerchi meridiani), quando si riuscì a superare le difficoltà per costruire grandi cerchi, divisi con precisione sufficiente."
Erano quindi strumenti di studio astronomico di un tempo che può sembrare lontano, ma che in realtà non era poi così distante. Stiamo infatti parlando di soli 400 anni fa, quando si era, in Italia, alla fine del Rinascimento.
Il primo ad osservare e registrare questo sciame fu l'italiano Antonio Brucalassi, che il 2 Gennaio 1825 scriveva nelle sue annotazioni: "l'atmosfera è attraversata... da stelle cadenti". Le Quadrantidi hanno origine dal nucleo estinto della cometa 2003 EH1, rimasta intrappolata nel Sistema Solare interno, con un periodo orbitale di circa 5.5 anni. E proprio durante lo scorso anno, la stessa è transitata al perielio, il punto della sua orbita più vicino al Sole, e questo depone ancora a favore di una buona visibilità di stelle cadenti.
Finora abbiamo parlato un po' della storia di questo sciame, e della sua costellazione scomparsa. Passando invece ad informazioni un po' più pratiche, quando e dove bisogna osservare per poterlo apprezzare?
Nell'immagine (© Space.com) possiamo facilmente riconoscere il radiante delle meteore: come detto è situato quasi al centro tra gli asterismi più famosi del cielo settentrionale. Per facilitarvi le cose, vi basterà riconoscere la punta della costellazione dell'Aquilone (Bootes) e salire con lo sguardo fino allo stesso livello dell'ultima stella del 'manico' dell'Orsa Maggiore.
Per il quando, invece, il picco dello sciame si avrà alle 9:00 italiane del 4 Gennaio, ma si potrà osservare una attività minore anche nelle notti precedenti e successive. Le Quadrantidi sono particolari, in quanto l'attività principale è concentrata tutta in un periodo di circa 6/8 ore intorno al picco stesso, quindi occhi al cielo durante questa notte, o domattina prima dell'alba. Armatevi di giacconi e qualche bevanda calda per riuscire a resistere al freddo della notte invernale. Un consiglio per osservarle è quello consueto di recarsi fuori città e da zone con poca umidità, in modo da minimizzare l'inquinamento luminoso nel cielo. Inoltre, se potete, mettervi con le spalle alle eventuali luci artificiali presenti (ad esempio dietro un muro al margine di una tettoia): questo limiterà la vostra visione del cielo, ma garantirà alla porzione più scura di essere decisamente più apprezzabile.
Per il quando, invece, il picco dello sciame si avrà alle 9:00 italiane del 4 Gennaio, ma si potrà osservare una attività minore anche nelle notti precedenti e successive. Le Quadrantidi sono particolari, in quanto l'attività principale è concentrata tutta in un periodo di circa 6/8 ore intorno al picco stesso, quindi occhi al cielo durante questa notte, o domattina prima dell'alba. Armatevi di giacconi e qualche bevanda calda per riuscire a resistere al freddo della notte invernale. Un consiglio per osservarle è quello consueto di recarsi fuori città e da zone con poca umidità, in modo da minimizzare l'inquinamento luminoso nel cielo. Inoltre, se potete, mettervi con le spalle alle eventuali luci artificiali presenti (ad esempio dietro un muro al margine di una tettoia): questo limiterà la vostra visione del cielo, ma garantirà alla porzione più scura di essere decisamente più apprezzabile.
Buone osservazioni a tutti!
G. Petricca
G. Petricca
Eccola tra le costellazioni perdute
RispondiEliminahttp://astrocultura.uai.it/mitologia/antiche/costellazioniperdute2.htm
Emisfero boreale
QUADRANTE MURALE:
Questa costellazione fu creata nel 1795 dal francese Joseph de Jérôme Lalande per celebrare uno dei suoi più utili strumenti di lavoro, usato per misurare la posizione delle stelle. Comprendeva parte delle stelle oggi appartenenti al Bovaro (Bootes). Anche se la costellazione non esiste più, il suo nome rivive con lo sciame delle "Quadrantidi", visibili all'inizio di Gennaio, che hanno il loro radiante proprio in quella parte di cielo che un tempo ospitava questa costellazione.
Grazie mille per il link alla relativa pagina UAI Pasqua!
EliminaQuesta costellazione ha anche parte del suo fascino dovuta al fatto che ora non esiste più.